APRILIA, SI SUICIDA LANCIANDOSI DALLA FINESTRA DURANTE LA PERQUISIZIONE ANTIDROGA
Sabato 18 Aprile 2009 11:50
Un uomo di 34 anni, Roberto Pregnolato impiegato presso l'azienda farmaceutica Abbott, questa mattina si è ucciso lanciandosi dal terrazzo all'ottavo piano in una palazzina in via Socrate, vicino a piazza Benedetto Croce ad Aprilia. L'uomo è morto sul colpo. Pregnolato si è ucciso davanti alla convivente forse per la vergogna dell'arresto o per la paura di poter perdere il lavoro. I controlli nella sua abitazione sono scattati nelle prime ore della mattinata dopo che i militari, la scorsa notte, lo avevano fermato in auto in compagnia di altre due persone, trovando alcuni grammi di droga. Così i militari hanno immediatamente disposto la perquisizione a casa e sul posto di lavoro. L'uomo, a quanto si è appreso, proprio nel corso dell'irruzione dei carabinieri si è improvvisamente lanciato dal balcone. La Procura ha aperto un'inchiesta coordinata dal sostituto Luigia Spinelli.
I carabinieri gli perquisiscono la casa, lui si getta dal balcone per la vergogna Gli avevano trovato 6 grammi di coca in auto L'uomo si è buttato dall'ottavo piano
link da >Corriere della Sera >Roma >Cronaca
Un ragazzo sorpreso con la droga in auto si è tolto la vita gettandosi dal balcone della sua casa. I carabinieri di Aprilia hanno bussato ieri mattina all’abitazione di Roberto Pregnolato, operaio incensurato di 33 anni, a seguito dei controlli effettuati in strada nella notte appena trascorsa ad opera del nucleo radiomobile. La pattuglia lo aveva fermato con la fidanzata rinvenendo nella macchina 6 grammi e mezzo di «neve».
IL GESTO - Dipendente della farmaceutica Abbot, senza precedenti penali, deve aver sofferto per la seconda perquisizione nella mansarda che divideva con la compagna. I carabinieri hanno infatti trovato un altro piccolo quantitativo di hashish e un bilancino, e lui non ha retto per la vergogna. «Roberto dove sei?», ha urlato la fidanzata: sfuggendo per un attimo agli sguardi dei militari e della donna, il ragazzo si è lanciato dall’ottavo piano del condominio di piazza Benedetto Croce rovinando al suolo. Perché una reazione così estrema? Difficile una risposta, ma il black out nella mente di Roberto è scattato, forse, per il timore di una ulteriore perquisizione sul posto di lavoro, e la paura di vedersi marchiato come cocainomane.
LE INDAGINI - Un caso delicato, che ha portato sul luogo dell’incidente il comandante provinciale dei carabinieri Roberto Boccaccio per le prime verifiche. Le indagini sono passate alla squadra mobile - una prassi quando ci sono vicende inerenti le stesse forze dell’ordine - mentre il fascicolo, su cui lavora il sostituto procuratore Luigia Spinelli, è stato secretato. Forse una notte brava è costata la vita a Roberto, operatore chimico presso la sede apriliana della multinazionale, un passato nelle giovanili della Roma, la corsa alle comunali nel 2005, intenzionato a sposare presto la sua Selvaggia, addetta al personale in un grande centro commerciale. «Ditelo che è stata una cavolata quella della droga - tengono a precisare gli amici - lui era troppo onesto, la coscienza lo ha spinto a quel gesto».
Michele Marangon 19 aprile 2009
link dal sito di Marco Cappato19 Aprile, 2009 - 15:02
Domanda:Caro Marco
e' un altro giorno triste per noi: Roberto Pregnolato, un operaio di 33 anni di Aprilia, s'e' suicidato perche' i Carabinieri avevano fatto una persecuzione in casa sua dopo averlo fermato qualche giorno prima in possesso di 6 grammi di cocaina.
(qui l'articolo di Corriere.it)
Un altro morto ammazzato dalla regime proibizionista e dalla partitocrazia!!!!!!!
Questa vicenda non puo' non farci ricordare altre storie simili:
- quella di Bruno Bardazzi, di Prato, che nel 1992 a 21 anni si è ucciso per la vergogna di una condanna a 4 mesi, pubblicata su un quotidiano, per la detenzione di 1,7 grammi di hashish
(qui il comunicato di Marco Taradash)
- quella di Alberto Mercuriali, 20 anni di Forli', che nel luglio 2007 viene arrestato per possesso di hashish, e che pochi giorni decide d'uccidersi con il gas di scarico della propria auto
(qui il sito web Amici Di Alberto Mercuriali)
Ma quando finira' quest'assurda guerra in cui tutti escono sconfitti?
Ma questi lorsignori delle droghe, Fini Giovanardi e compagnia, non si vergognano neanche un po' d'aver le mani sporche di sangue?
Beh noi per Roberto Pregnolato, per Bruno Bardazzi, Alberto Mercuriali e tutti gli altri RESISTEREMO, RESISTEREMO, RESISTEREMO CONTRO LA PARTITOCRAZIA E NON CI ARRENDEREMO MAI!
Risposta:
Sono davvero le morti più assurde, assieme a quelle dei poliziotti che muoiono in operazioni antidroga...
link da Studio 93 il 20 aprile 2009
T.M. di 36 anni e C.A. di 31, sono accusati di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Erano in auto con Roberto Pregnolato al momento del fermo.
Quando sabato notte Roberto Pregnolato, il 33enne di Aprilia che si è gettato dal terrazzo del suo appartamento all’ottavo piano in via Socrate, è stato fermato dai carabinieri non era solo. In macchina con lui, sulla Pontina, c’erano due amici: di 36 e 31 anni. Entrambi sabato pomeriggio sono stati denunciati per concorso in detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I due avevano tentato di gettare i 6 grammi e mezzo di cocaina dal finestrino dell’auto per sfuggire al controllo dei militari. I carabinieri li hanno notati e hanno proceduto alla perquisizione personale per poi spostarsi in casa di Roberto Pregnolato. I carabinieri subito dopo la tragedia hanno ascoltato la compagna della vittima, i familiari e alcuni amici. La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta. Oggi verrà eseguita l’autopsia.
Aprilia
link da IL TEMPO 20 aprile 2009Un 36enne e un 31enne accusati di detenzione illecita di coca
La notte del fermo Roberto Pregnolato, il 33enne di Aprilia che si è suicidato sabato mattina gettandosi dal terrazzo di casa, in via Socrate, non era solo.
Quando i carabinieri di Aprilia, nella notte tra venerdì e sabato, attorno alle 4, hanno fermato sulla Pontina il giovane a bordo di un'auto, era in compagnia di altri due amici: T.M., 36 anni, e C.A., di 31, di Aprilia. Entrambi sono stati ora denunciati per concorso in detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I tre erano stati infatti trovati in possesso di 6,5 grammi di cocaina divisi in 11 involucri di cellophane, le dosi pronte per essere spacciate. Avevano tentato di disfarsi della droga poco prima di fermarsi al posto di blocco degli uomini del maggiore Luca Nuzzo. I militari li avevano però visti fare la manovra sospetta e li avevano bloccati. In casa di Roberto Pregnolato erano stati poi trovati anche un bilancino di precisione e pochi grammi di hascisc. Proprio in quel momento, mentre i carabinieri perquisivano l'abitazione il giovane potrebbe aver avuto un attacco di panico, e si è lasciato andare in una reazione disperata: il lancio dal terrazzo, da un'altezza di oltre 25 metri. Gli inquirenti subito dopo hanno ascoltato la fidanzata del 33enne testimone della tragedia, poi i familiari e molti amici. Sabato pomeriggio, infine, la decisione di denunciare anche i due amici della vittima. Il pm Luigia Spinelli ha intanto dato mandato per l'esecuzione dell'autopsia che si terrà oggi.
Raffella Patricelli
20/04/2009
Il 33enne, sabato scorso, alle prime luci dell’alba, durante una perquisizione in casa dei Carabinieri, è fuggito nel balcone e si è improvvisamente lanciato nel vuoto.
Mentre ancora in molti non sanno dare un perché al suo disperato gesto, domani mattina, ad Aprilia, si celebreranno i funerali di Roberto Pregnolato, il 33enne che sabato scorso, alle prime luci dell’alba, durante una perquisizione in casa dei Carabinieri, è fuggito nel balcone e si è improvvisamente lanciato nel vuoto, precipitando da un’altezza di 25 metri. Domani mattina alle 10.30, presso la Chiesa San Pietro in Formis, a Campoverde, si terrà la messa funebre, officiata da Don Francesco Bruschini. Il 33enne apriliano, sabato notte era stato fermato in strada dai Carabinieri e trovato in possesso di alcune dosi di cocaina. Quando si è reso conto della gravità della situazione, probabilmente, si è visto crollare il mondo addosso ed ha messo in atto il terribile copione. Per chiarire ogni dubbio, oggi, presso l’obitorio di Latina, è stata eseguita anche l’autopsia sul corpo del giovane, Gli esami, oltre a rilevare i terribili traumi riportati nella caduta dall’ottavo piano della palazzina, potrebbero chiarire altri aspetti di questa drammatica vicenda, sulla quale stanno ancora cercando di fare luce gli uomini del Commissariato di Cisterna.
da IL TEMPO del 22 aprile 2009
Pregnolato, chiuse le indagini: è suicidioRaffaella Patricelli APRILIA La polizia di Cisterna ha chiuso le indagini sulla morte di Roberto Pregnolato, il 33enne di Aprilia che sabato scorso all'alba si è gettato dal balcone della sua abitazione in via Socrate durante una perquisizione in casa dei carabinieri.
Le indagini, svolte in presenza del magistrato Luigia Spinelli e coordinate dal dottor Edoardo Menghi, hanno chiarito la dinamica di quanto accaduto in casa della vittima anche grazie alla testimonianza della fidanzata. Si è trattato di un suicidio, una decisione maturata da Roberto Pregnolato in pochi istanti mentre davanti a sé aveva la compagna di una vita e i tre carabinieri che nella notte l'avevano fermato sulla Pontina in compagnia di due amici con 6,5 grammi di cocaina. Si attendono i risultati dell'autopsia che accerteranno o meno se il ragazzo prima di gettarsi nel vuoto avesse fatto uso di stupefacenti. Mentre le indagini sulla dinamica del suicidio sono state chiuse, quelle condotte dai carabinieri sul ritrovamento della cocaina continuano. Si cerca di fare chiarezza sulla posizione dei due amici della vittima, di 36 e 31 anni di Aprilia, sugli 11 ovuli di cocaina ben confezionati e sui presunti collegamenti su un eventuale spaccio di droga. Intanto, ieri mattina alle 10:30 presso la chiesa di San Pietro in Formis sono stati celebrati i funerali. La chiesa era gremita, la cerimonia è stata officiata dal parroco don Francesco Bruschini.22/04/2009
- IL FOGLIO 27 aprile 2009 articolo del tipo "taglio basso"
Roberto Pregnolato, 33 anni. Di Aprilia in provincia di Latina, dipendente della Abbot, un passato nelle giovanili della Roma, intenzionato a sposare presto la sua Selvaggia, impiegata in un centro commerciale, verso le 4 di notte viaggiava in auto con la fidanzata quando fu fermato dai carabinieri che gli trovarono in macchina 6 grammi di cocaina. Subito dopo i militari accompagnarono i due nella loro mansarda dove trovarono hashish e un bilancino, a un certo punto, mentre quelli continuavano a frugare, il Pregnolato disse che andava in bagno a fare la pipì e invece uscì in balcone e si buttò di sotto. Volo di otto piani e 25 metri.
"La pattuglia lo aveva fermato con la fidanzata rinvenendo nella macchina 6 grammi e mezzo di «neve»."
Chi vi scrive è il padre della fidanzata ed esigo una immediata smentita di quanto sopra sulla presenza di mia figlia al momento del fermo in quanto è falso (la stessa in quel momento stava a casa).
Inoltre vorrei riuscire a capire fin dove arriva il diritto di cronaca e dove inizia il diritto alla privacy...ovvero che relazioni ci sono tra un fatto così triste, ancora tutto da chiarire, ed i nomi con le relative attività lavorative...ma comunque di questo sicuramente ne parleremo in altra sede.
Sono sempre il padre della fidanzata e chiarisco che non mi sono firmato per il mio diritto alla privacy e soprattutto per quello di mia figlia...anche perchè sono certo che la redazione sa come rintracciarmi.
1 commento:
chi scrive è una persona che nel febbraio 2008 è stato fermato dai CC di Napoli e trovato in possesso di 1(uno) grammo di coca. è scattata la segnalazione al prefetto. a seguito del colloquio ho intrapreso il programma di recupero, premettendo di aver fatto uso sporadicamente. nonstante il programma intrapreso mi è stato comunque notificato dapprima il provvedimento di sospensione di tutti idocumenti citati dalla norma, per poi a distanza di pochi giorni notificarmi il provvedimento di revoca dello stesso. nelle more della notifica del provvedimento di revoca i CC hanno notificato alle autorità competenti il provvedimento emessso dalla prefettura, per cui anche al Comune di residenza e precisamente alla anagrafe. da quel giorno vivo col timore che la gente e quanti mi circondano possano sapere dell'accaduto. per me sono giorni segnati da un profondo senso di angoscia e disperazione. più volte ho pensato di farla finita. ma non posso, perchè il mio egoismo non può gravare su mia moglie e sui miei figli. posso solo dire a coloro che si sono trovati nella mia situazione o lo sono ancora di non disperare.
antonio
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