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BRUXELLES (Reuters) - La Commissione Ue ha rivisto al ribasso le proprie stime sulla crescita italiana di quest'anno e il prossimo, correggendo invece al rialzo le cifre relative a disavanzo e debito pubblico.
Il peggioramento evidenziato dalle previsioni primaverili di Bruxelles non sorprende e non riguarda solo l'Italia. Per l'Europa l'esecutivo comunitario parla della "recessione più profonda e diffusa dell'era post-bellica", ma segnala anche a fine 2009 l'avvio di una ripresa globale destinata a consolidarsi nel 2010.
Il Pil italiano dovrebbe contrarsi del 4,4% quest'anno secondo Bruxelles, che per il complesso dell'area euro stima invece una riduzione del prodotto del 4%. Nel 2010 tuttavia l'Italia dovrebbe vedere un'espansione dello 0,1% contro una media Uem ancora negativa (-0,1%), a riflesso dei segni meno attesi per Francia, Spagna e paesi più piccoli come l'Irlanda.
"Le prospettive per la prima metà del 2009 sono fortemente sfavorevoli", scrive la Commissione nelle pagine dedicate all'Italia. "Il Pil reale dovrebbe registrare un'altra forte contrazione nel primo trimestre 2009 continuando a flettere per gran parte dell'anno pur muovendo verso una stabilizzazione".
"Nel 2010 l'attività economica è vista stabilizzarsi a livelli modesti" in scia a una timida ripresa di consumi ed esportazioni, mentre agli investimenti servirà più tempo per ripartire.
PER UE DEBITO/PIL 2010 A 116,1%, RISCHIO SALGA PER BANCHE
Per quanto riguarda i conti pubblici, come la quasi totalità dei paesi dell'euro, l'Italia supererà il limite del 3% con un deficit/Pil pari al 4,5% quest'anno e al 4,8% il prossimo (a politiche invariate). In gennaio le stime erano 3,8% e 3,7%.
Appesantito dalla caduta del Pil e dall'erosione dell'avanzo primario, il debito dovrebbe balzare al 113% del Pil e salire al 116,1% nel 2010. A questo proposito Bruxelles sottolinea che, a seconda dell'ampiezza del ricorso delle banche ai meccanismi di ripatrimonializzazione disponibili, il debito potrebbe aumentare ancora fino a un punto percentuale di Pil.
Le ultime previsioni del governo - contenute nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica (Ruef) della scorsa settimana - segnalano per quest'anno e il prossimo un deficit pubblico al 4,6% del Pil. Il Tesoro stima che il debito salirà al 114,3% del prodotto interno nel 2009 arrivando al 117,1% nel 2010. Sulla crescita le cifre di Via XX Settembre sono -4,2% per il 2009 e +0,3% per il 2010.
Le stime del governo non si discontano eccessivamente da quelle di Bruxelles mentre peggiori sono alcune delle previsioni del Fondo monetario internazionale che ha indicato un debito al 121% del Pil nel 2010. Il deficit italiano si tiene peraltro al di sotto della media Uem, indicata dalla Commissione al 5,3% del Pil quest'anno e al 6,5% il prossimo.
La "relativa solidità del sistema bancario e la prudente risposta di finanza pubblica al rallentamento congiunturale hanno limitato finora l'impatto della crisi sui conti" quest'anno, osservano i tecnici della Commissione.
A questo proposito il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha espresso apprezzamento per il giudizio di Bruxelles, sottoscrivendo appieno le stime della Commissione.
"Ci riconosciamo assolutamente nei numeri della Commissione e soprattutto apprezziamo le parole del rapporto dove si parla di sana e prudente gestione di bilancio", ha detto al suo arrivo a Bruxelles per l'Eurogruppo.
DISCIPLINA PATTO UE SEMPRE IN VIGORE
Il Commissario agli Affari economici Joaquin Almunia ha avvertito che la disciplina del Patto di Stabilità è sempre in vigore, preannunciando azioni per ora limitate ai paesi il cui deficit ha infranto il limite del 3% del Pil già nel 2008.
"Nei prossimi mesi si dovrà avviare una discussione sulle misure appropriate per i paesi il cui deficit oltrepasserà il limite del 3% nel 2009", ha detto Almunia al termine dell'Eurogruppo ricordando l'appuntamento di giugno con la revisione degli obiettivi di medio termine. "Bisognerà prendere le decisioni del caso ma non c'e' dubbio sul fatto che il Patto verrà applicato".
In precedenza il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck aveva affermato che "c'è ampio consenso a sostegno di iniziative della Commissione sulle procedure per deficit eccessivo".
Per l'Italia il rapporto della Commissione segnala "il peggioramento del saldo di bilancio strutturale" tra 2007 e 2008: l'aumento del deficit/Pil a 2,7% da 1,5% ha neutralizzato in parte i decisi miglioramenti strutturali ottenuti tra 2006 e 2007.
Pur con il deficit in salita, il saldo al netto di una-tantum ed effetti del ciclo dovrebbe migliorare di 3/4 di punto di Pil nel 2009, anche grazie a minori spese per interessi, per poi peggiorare leggermente nel 2010.
Bruxelles indica per il 2009 un tasso d'inflazione armonizzato di 0,8% in Italia, in salita a 1,8% il prossimo anno. La disoccupazione calcolata secondo criteri Eurostat è vista all'8,8% quest'anno e al 9,4% il prossimo. A livello di area euro la disoccupazione arriverà all'11,5% il prossimo anno.
Le stime intermedie diffuse dalla Commissione europea in gennaio vedevano per il Pil italiano del 2009 un calo del 2% seguito da una ripresa di 0,3% il prossimo anno. Il disavanzo era visto salire al 3,8% del Pil quest'anno e arretrare marginalmente al 3,7%. Il debito saliva invece dal 109,3% di fine 2009 al 110,3% di fine 2010.
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