giovedì 8 maggio 2008

oh che bel castello!!!

Ho deciso!!! Voglio fare una bella escursione alla scoperta di alcuni castelli e città murate ... per cui digito due o tre parole chiave e dal web mi arrivano tanti suggerimenti utili per decidere di andare a conoscere Terra del Sole ....

TERRE DI SOLE, TERME E COLLINE
«Davvero pochi chilometri per questo suggerimento di viaggio nella bassa Val Montone tra due delle più belle e conosciute piccole cittadine di Romagna: Castrocaro con il fascino del suo borgo medioevale, l’imponenza della sua fortezza, la calma delle sue acque termali e Terra del Sole, piccola perla di architettura, città progettata da Cosimo de’ Medici definita la “Città ideale” ancora oggi ben conservata e racchiusa entro cinta murarie possenti.

(...) Da Castrocaro si percorrono appena 2 km in direzione Forlì per raggiungere uno dei gioielli architettonici della Romagna.
Terra del Sole, la città medicea, è un piccolo centro abitato la cui costruzione risale alla seconda metà del 1500 e conserva perfettamente intatte le cinta murarie ed il castello. Terra del Sole progettata su richiesta di Cosimo de’ Medici, venne definita “la città perfetta”.

Il perimetro interno delle mura misura poco più di 2 km. Ci si può limitare ad una passeggiata per le vie del centro, porgendo attenzione alle torri (ndt ???) e alle porte ben conservate (ndt ???) dei bastioni, a Piazza delle Armi, all’edificio del Municipio e alla Chiesa di Santa Reparata.
La cittadella è storicamente divisa in due borghi, quello Romano e quello Fiorentino, che ogni anno alla fine di agosto, danno vita al Palio di Santa Reparata.»


Dal
sito delle Terme scopro che:
«Un ufficiale riconoscimento dell’importanza monumentale ed urbanistica di Terra del Sole è il Decreto Ministeriale del 26 Agosto 1965 (Gazzetta Ufficiale n. 235), che dichiara questo centro storico di "notevole interesse pubblico", tutelandolo con un vincolo ambientale.»

Da un'altro sito ...
«Occasioni per passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo I dintorni di Castrocaro sono tutti da scoprire e per apprezzare appieno la loro bellezza, viste le distanze non proibitive, non c'è miglior mezzo di trasporto che i propri piedi o, in alternativa, una bicicletta E così ci si potrà immergere in luoghi dall'indiscutibile fascino come il parco fluviale, i laghetti della "Bolga" da dove sgorgano e vengono raccolte le acque termali, la rupe dei Cozzi di grande interesse geologico e al centro di un parco naturale. » e poi ... «si pensi solo al fascino della pressochè intatta Cittadella di terra del Sole che ha segnato a lungo il confine tra la Romagna-Toscana e la Romagna cosiddetta Papalina.»

Altri suggerimenti .... per questa escursione di scoperta .... Di valle in valle - Terra Acqua e Fuoco
«... Riguadagnato il fondovalle ci dirigiamo verso Terra del Sole e parcheggiata l'auto ci accingiamo a scoprire questa caratteristica cittadella
rinascimentale.
Antica città fortezza fondata nel 1564 con funzioni di controllo e di dogana al confine fra i territori dominati dallo stato Pontificio e la Romagna Toscana, conserva ancora oggi la sua antica fisionomia.
Circondata da alte ed ancora quasi intatte mura bastionate all'interno delle quali si sviluppa un insediamento simmetrico composto da quattro isolati.
Diversi i punti di interesse: dalle ben conservate mura bastionate, alle porte di accesso (Fiorentina e Romana) con i castelli che le sovrastano, rispettivamente Castello del Capitano delle Artigilierie e Castello del Governatore.
Percorrendo l'antica via che unisce le due porte non sfuggirà al visitatore più attento la ricerca di simmetria che caratterizza lo spirito architettonico rinascimentale.
Ai lati dei borghi Romano (destinato alle guarnigioni) e Fiorentino (abitazioni civili) una lunga serie di palazzi e case a schiera la cui altezza coincide con la larghezza della strada.
Centro della cittadella la grande piazza d'armi sulla quale si affacciano l'inconfondibile palazzo Pretorio, un tempo anche sede delle carceri medicee, e la chiesa di Santa Reparata.
Cittadella piccola, ma da visitare con la dovuta calma e, se si ha la fortuna di trovare aperto il portone del Palazzo Pretorio, da non perdere la visita al pittoresco cortiletto interno.
Eliopoli - La città del Sole - simboleggia "la città ideale" del rinascimento Italiano, ossia un microcosmo che riflette la perfezione dell'universo il cui simbolo è appunto il sole.
Un lungo e diritto viale alberato ci consente di raggiungere la vicina Castrocaro Terme. »

Nel Piano Strutturale Comunale infine leggo che .... «Per quanto riguarda il parco fluviale, il Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole identifica il suo ampliamento come uno dei progetti importanti per la qualificazione del proprio territorio .... il parco, mantenendo la propria funzione (...) può costituire una risorsa di eccezionale valore per l'integrazione dell'offerta ambientale (ricreativa, escursionistica, naturalistica) a sua volta in grado di qualificare il sistema urbano; ciò significa facilitare l'accesso - in forme ecologicamente compatibili - dalla città, e integrare in un'offerta più ampia il panorama di elementi di qualificazione naturalistica e turistica. Tale percorso o zona a parco è stato previsto in continuità con il Parco Urbano del Comune di Forlì che, già in avanzato stato di realizzazione, si congiungerà con quello di Castrocaro Terme per integrare l’offerta turistica.»

Per cui deduco e desumo che questo possa essere l'oggetto della mia escursione ... così decido di raggiungere in auto un bel campo a ridosso del fiume Montene proprio dietro le mura della cittadella rinascimentale ....

domenica 4 maggio 2008

Italiani poco web molta TV pochissima infomazione stampa e ancor meno lettura di libri!!!!

In Europa quasi 40 milioni di nuovi utenti di Internet



Più del 50% della popolazione dell'Unione europea è utente regolare di internet!


Poca Rete, molta tv. E zero giornali - Gli italiani e Internet, un rapporto ancora difficile.

Come al solito noi italiani siamo in fondo alla classifica, dietro noi solo greci, bulgari e rumeni!

Questi i dati che si trovano nel rapporto della Banca Mondiale (Relazione della Commissione sui progressi compiuti nel settore delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni - TIC)



Per l'Italia, poi, le cose peggiorano ulteriormente quando si guarda alla disponibilità di un personal computer: solo il 36,7% degli italiani possiede un pc.


Per quanto riguarda i media tradizionali, dal rapporto della Banca Mondiale emerge che gli italiani amano la tv e non leggono i giornali. La tiratura media di quotidiani, nel periodo 2000-2006, è stata di 138 copie ogni mille persone. Un dato che pone l'Italia all'ultimo posto in Europa per diffusione di quotidiani d'informazione.


Discorso opposto per la televisione: in Italia c'è praticamente un apparecchio in ogni casa (96%).


Venti milioni e 300mila persone (il 37% della popolazione di 6 anni e più), non hanno letto neanche un libro nell'ultimo anno ... per noia e mancanza di tempo libero i motivi principali.


Nel 2000 l’Istat registrava un calo dei lettori quotidiani di giornali, che da 47% del 1996 è passato al 41% e quantificava l’insieme dei lettori di più di 12 libri l’anno attorno al 12,1% del totale (38,3%) dei lettori di libri (Cfr. AIE, Le cifre dell’editoria in Italia, Rapporto 2002, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Divisione editoria, a cura dell’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori, coordinatori G. Peresson e L. Novati, marzo 2002, tabella 2).


Poi ci meravigliamo che non siamo più un popoli di santi, navigatori e poeti ma siamo diventati un popolo di creduloni teledipendenti ... che votano Berlusconi perché ha le televisioni (attraverso il suo impero - Mediaset, egli controlla la maggior parte della televisione privata italiana. Ora che è tornato al governo, egli indirettamente gestirà e controllerà anche la televisione di Stato, così che ora può contare su di un'influenza di circa il 90% della TV italiana) e poi credono che lo Stato sia cristiano perché laico è una "brutta parola" (La laicità delle istituzioni è principio irrinunciabile della nostra come di ogni moderna democrazia parlamentare ed è proprio nel nome di tale principio che il Parlamento deve saper riconoscere il ruolo fondamentale che nell'arco dei secoli la religione cristiana ha avuto e ha tuttora nella formazione e nella difesa della identità culturale della nostra patria (Applausi), della nazione italiana).

Radici forti e rami secchi è lo strano albero del Pd

MAPPE (4 maggio 2008) La Repubblica

Radici forti e rami secchi
è lo strano albero del Pd

di ILVIO DIAMANTI


(...) Il Pd, in altri termini, ci sembra ancora un progetto incompiuto. (....) Una "novità" attraente, ma "vecchia" dal punto di vista del gruppo dirigente. Nazionale e ancor più locale. Dove i giovani, le donne, i lavoratori, gli imprenditori, insomma, i "nuovi", quando si affacciano alla politica trovano porte strette. La strategia di marketing, utilizzata da Veltroni per forzare questo limite attraverso candidature simboliche (...) alla fine, si è scontrata con una realtà "radicalmente" (= alla radice) diversa. Dove prevalgono i "vecchi", non solo e non tanto per età. Ma per mentalità e carriera.

D'altronde, i leader del Pd - grandi e piccoli, centrali e locali - sembrano impermeabili a ogni mutamento di sigla, a ogni cambio d'epoca, a ogni sconfitta. (....) Insensibili al crollo dei muri, delle ideologie e dei partiti. (...) In Italia, salvo Prodi (l'unico, peraltro, ad aver vinto una elezione e mezza contro il Cavaliere), nessuno si dimette; nessuno paga le sconfitte subite in città e regioni importanti.

Non solo: gli sconfitti vengono premiati con nuovi incarichi di prestigio. Mentre tutto il gruppo dirigente - ex comunista ed ex-democristiano - ha affollato le liste del Pd, occupando posti di assoluta sicurezza. In centro e in periferia.

Il Pd: è rimasto a metà del guado. Incerto. Fra partito di iscritti e partito elettorale. Fra personalizzazione nazionale e oligarchia locale. Agita le primarie come una bandiera. Ma non le usa per selezionare i candidati alle elezioni politiche; spesso neppure alle amministrative. Mentre, a livello nazionale, fino ad oggi sono servite a confermare leader pre-destinati. Vorrebbe rappresentare il Nord restando Lega Centro. I piedi in Emilia e in Toscana. La testa a Roma.



E' uno strano albero, questo Pd. Le radici salde. Fin troppo. Non riescono a propagarsi. Il fusto fragile. I rami rinsecchiti. Le foglie crescono. Tante.

Ma cadono presto.

venerdì 2 maggio 2008

Gigìn ad Masòn

(...) Per una banale questione di turbata pace coniugale, nell'autunno dell'anno 1886, fu espulso dal circolo il socio Andrea Mengozzi detto "Muzghina", agricoltore dimorante nel podere Cà Bianca di San Lazzaro, accusato di intrattenere una relazione illecita con la cognata, moglie - sposta solo con rito religioso - di un altro socio del circolo, assente dal paese per servizio militare. (...)
... cosicché per liquidare la diatriba Luigi Mengozzi sparò tre colpi di revolver contro il "Muzghina", ferendolo al torace (...)
La vicenda dell'insurrezione di Monte Sassone è già nota poiché l'illustre poeta Aldo Spallicci ne ha tracciato più volte, pubblicando anche integralmente le memorie di Sante Montanari, uno dei diretti protagonisti del tentativo insurrezionale, e di Antonio sassi, un devoto amico del Mengozzi , altro protagonista del medesimo tentativo.
Riguardo alla spedizione di Monte Sassone si vedano le memorie del Montanari e del sassi pubblicate in: Spallicci, Luigi Mengozzi, pp 5-10 e 11-18. Il manoscritto delle memorie del sassi, conservate presso l'Archivio Storico Comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole, cartella Spallicci, contiene alcune varianti rispetto al testo a stampa (...)
La sera dello stesso giorno, domenica 17 agosto, i rivoluzionari repubblicani si radunarono di nuovo presso "il Campo" ... la maggior parte proveniva da Lugo, altri da Cotignola e da Solarolo; da Forlì .... I Castrocaresi erano undici: Luigi Mengozzi detto "Gigìn ad Masòn", Girolamo Caroli detto "Zamarén", Fiorino Gurioli detto "la Vcina", Quinto Lotti detto "Baganìn", Guglielmo Monti detto "Battucela", Giuseppe Ragazzini detto "Bartlét", Filippo Savelli detto "Pipòla", Silvio Saviotti detto "Pitìn", Nicola Vallicelli detto "Putnazz", Giovanni Versari detto "Maigardon", Antonio Vespignani detto "Babacìn" (...) Il Mengozzi distribuì a ciascuno un fucile con le munizioni, una daga e un tascapane. Poi la banda armata, capeggiata da Sante Montanari e dallo stesso Luigi Mengozzi, in piena notte, si mise in marcia ..... e quindi prese ad inerpicarsi sulle pendici di Monte Sassone, sulla cui vetta i rivoluzionari posero l'accampamento issando la bandiera rossa, simbolo della Repubblica .... La presenza di una quarantina d'insorti, che avevano spiegato la rossa bandiera repubblicana, accampati per due giorni in armi su una vetta dell'appennino romagnolo non poteva certo passare inosservata; infatti diversi giornali moderati, dalla "Tribuna" alla "Gazzetta dell'Emilia", al "Resto del Carlino", al "Rugantino", periodico satirico romano, avevano denunciato il tentativo insurezzionale. La notizia dei moti di Castrocaro rimbalzò persino all'estero. .... il tentativo rivoluzionario sollevò all'epoca ed in seguito, illazioni ironiche, non per il completo fallimento dell'impresa, ma perché gli insorti erano stati costretti a sospendere l'iniziativa senza aver avuto occasione di battersi, anzi ignorati completamente dalle autorità; un simile epilogo aveva creato l'impressione che il tentativo non fosse stato preso sul serio né dai rivoluzionari né dal governo. La realtà era ben diversa: soltanto una serie di cause concomitanti (...) evitarono che uno scontro armato trasformasse quel nucleo di animosi repubblicani in altrettante vittime della monarchia. (...)
La notte del martedi 24 maggio 1892, il delegato compiuto il consueto giro per il paese assieme a due gendarmi rientrò nella propria abitazione e, come era solito fare, si affacciò al balconcino dalla parte degli Steccati, accendendocisi un sigaro. dal vicolo o cavina antistante un ignoto assassino sparò un colpo di fucile colpendo il pieno petto il delegato, che si accasciò al suolo gridando: "Aiuto, carabinieri! Aiuto mi hanno ammazzato" (...)Di fronte alla prospettiva di un processo interminabile e di una lunga detenzione, i carcerari e i loro familiari cominciarono a muovere critiche e rimproveri al Mengozzi, ritenendolo responsabile, come ispiratore del movimento rivoluzionario locale, degli eventi che avevano condotto a quel processo politico. Sovrapponendosi alle recenti amare delusioni anche il rimprovero tacito o palese dei compagni, forse ritenendosi effettivamente responsabile per essi, il Mengozzi, ... prese la triste decisione ed il 13 giugno 1893, non ancora trentenne, si suicidò impiccandosi all'inferiata della cella e lasciando una lettera con la quale si assumeva la completa responsabilità del delitto scagionando chiunque altro (...)

[Brani tratti da "i repubblicani a Castrocaro - dall'unità d'Italia all'avvento del Fascismo (1861-1926)" di Antonio Zaccaria Cooperativa "Mario Tamburini" Castrocaro Terme 1995]