giovedì 10 gennaio 2008

V Day 25 Aprile la Liberazione


Il 25 Aprile è la data convenzionalmente scelta per ricordare la Liberazione d'Italia.
L'esito della lotta partigiana e della Resistenza, che ha avuto inizio nel settembre del 1943, è culminato con l?insurrezione popolare proclamata dal Comitato di Liberazione Nazionale.

Il decreto legislativo del 22 aprile 1946, numero 185, all'art. 1 recita: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato Festa Nazionale». Nell'articolo 1 si parla espressamente di "Anniversario della Liberazione" e di "Festa Nazionale".

Per quanto riguarda il percorso compiuto dal 25 Aprile, per diventare una vera e propria festività, occorre prima di tutto citare Ivanoe BONOMI, Presidente del Consiglio nel 1944-1945 (CLN).
Nella seduta del Consiglio dei Ministri del 25 aprile 1945 il Presidente Bonomi, nonché Ministro degli Interni e ad interim per l'Africa occupata, in occasione della liberazione del Nord Italia rivolge questo messaggio alle truppe combattenti:
«Il Consiglio dei Ministri, adunato mentre stanno per crollare gli ultimi resti della dominazione fascista sostenuta dalle baionette tedesche, saluta gli eserciti vittoriosi che hanno varcato il Po e che vibrano l?estremo colpo al nemico in ritirata. Il Consiglio è lieto di constatare che tra le truppe che marciano alla liberazione del territorio nazionale sono le bandiere e gli animi degli italiani che hanno preso spontaneamente il loro posto naturale nel grande campo di battaglia in cui si è trasformato, per follia degli uomini, il mondo civile».
In questo modo l'Italia liberata saluta i suoi liberatori: essi non comprendono soltanto le truppe dell'esercito e gli alleati, ma anche e soprattutto tutti gli uomini che hanno operato attivamente nella Resistenza italiana.


Un'inversione di tendenza si ha però nel '48: è questo l'anno in cui per l'ultima volta il 25 aprile viene proclamato giorno di Festa nazionale.
Nella seduta del Senato della Repubblica del 17 settembre 1948, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi e in concerto con i Ministri del Tesoro Giuseppe Pella e del Lavoro e della Previdenza sociale Amintore Fanfani, viene presentato in Senato il disegno di legge n. 75, che serve a «stabilire il nuovo elenco delle ricorrenze festive».
L'inserimento del 25 aprile tra i giorni festivi e non più, così com'era accaduto per gli anni precedenti, tra le festività nazionali, diventa il nodo cruciale sia nel dibattito parlamentare che nelle reazioni degli ex partigiani; essi reagiscono vivacemente perché dietro questa nuova scelta politica intuiscono il tentativo di ridimensionare il valore della Resistenza. Tuttavia, da questo momento in avanti, soltanto il 2 giugno assumerà l'appellativo di Festa nazionale.
Vengono quindi definite e chiarite le principali festività:
FESTE NAZIONALI: inizialmente è prevista una sola Festa nazionale:
il 2 giugno;
GIORNI FESTIVI: comprendono tutte le domeniche, il primo giorno dell'anno, il 25 aprile, il Lunedì di Pasqua, il 1° maggio, il 4 novembre, il Natale, ecc.;
SOLENNITA' CIVILI: concernono il 4 ottobre, dedicato a S. Francesco e a S. Caterina da Siena, Patroni d'Italia.
Il 22 settembre 1948, al Senato della Repubblica, nella riunione della I Commissione degli Affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, l'onorevole Piero Montagnani, senatore per il PCI nella circoscrizione di Milano, afferma di concordare con il progetto del governo circa il mantenimento della distinzione tra feste nazionali, giorni festivi a tutti gli effetti civili e solennità civili. Tuttavia ritiene che sarebbe opportuno includere il 25 aprile (anniversario della Liberazione) non già tra i giorni festivi, bensì tra le feste nazionali, essendo questa la data che ha condizionato e creato i presupposti di tutto il successivo evolversi della vita democratica italiana.
L'onorevole Piero Montagnani, nella riunione del 30 settembre della stessa commissione, ritorna sul problema ed osserva inoltre che:
«l'art. 1 del disegno di legge prevede una festa nazionale e, precisamente, il 2 giugno, festa della Repubblica. In linea subordinata e qualora si volesse accedere al principio della pluralità delle feste nazionali, riterrebbe indispensabile includervi anche il 25 aprile, anniversario della Liberazione, poiché questo giorno rappresenta il punto di arrivo della ultraventennale lotta del popolo italiano contro la dittatura fascista ed al tempo stesso il punto di partenza di tutta la successiva storia d'Italia, che ha reso possibile l'evento del 2 giugno. D'altra parte l'inserire il 25 aprile nella categoria dei giorni festivi, a tutti gli effetti civili, potrebbe assumere l'aspetto di una diminuzione dell'importanza di tale ricorrenza, in quanto per gli anni 1946 e 1947 fu dichiarata Festa Nazionale».
E' la legge del 27 maggio 1949 n. 260 che mette ordine in questa complessa e conflittuale materia. L'unica Festa nazionale è quella del 2 giugno, mentre il 25 aprile viene inserito tra i giorni festivi con obbligo (art. 4) da parte delle autorità competenti dell'imbandieramento degli edifici pubblici. È un segnale preciso dei nuovi equilibri che si sono generati tra le forze politiche all'indomani delle elezioni politiche del 1948.

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