La
spedizione del Monte Sassone.
Ricordi lasciati da Sante
Montanari detti “Cascio” di Lugo
Capo I Esordio
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Gigì ad Masòn |
Mi sarei rassegnato a tacere
ancora, aspettando che un pietoso velo avesse sepolto per sempre nell'oblio il
così detto “Moto di Castrocaro” ma poiché, dopo oltre un ventennio, si osa
farne sui giornali delle delle pubblicazioni talvolta cervellotiche e quindi
non esatte, mi trovo nella necessità d'intervenire.
E siccome io sono indicato
(modestia a parte) come il principale fautore del sopradetto “Moto di
Castrocaro” debbo mettere le cose a posto nell'intento di giustificare il mio
operato, tanto dal lato del prestigio morale, come da quello più importante
della sincerità.
Vengo dunque ad una esatta e
dettagliata esposizione di cose e fatti, e prego il lettore ad essermi
cortesemente benevolo di attenzione.
Dividerò la narrazione in diversi
capitoli, incominciando con un po' di storia retrospettiva del nostro elemento
rivoluzionario, perchè si sappia che chi dedicò forza, anima e onore ad una
azione non scevra di pericoli, non fu vittima né di un fanatismo insano, né di una esaltazione
ingiustificata, ma per il portato di una convinzione profonda, che gli eventi
man mano maturarono.