Nell’aprile del 1977 due ragazzi, fanno un sopralluogo a Ca’ Pian Baruzzoli, detta anche ‘Pianbaruccioli’ e poi soprannominata "Pianba"
La storia di Pian Baruccioli è nata come un’avventura: volevamo tornare alla terra, fare gli agricoltori [...] Per vivere, mica per guadagnarci! Andammo così a vivere in mezzo alla natura, in posti anche molto isolati. Ci piaceva stare là, lontano, anche dover fare molta strada a piedi per i sentieri per arrivare in cima al monte, godersi la vista e poi scendere. Lo facevamo forse proprio perché era difficile e anche perché eravamo giovani. [...] Non capivo proprio che senso avesse fare come gli altri. Non capivo, cercavo sempre esperienze diverse. Tornavamo alla terra perché eravamo convinti che dato che la gente nasce da lì, questo fosse il modo migliore per poter vivere, ognuno col proprio orto, la propria terra. ‘Un giorno saremo in tanti’, si pensava.[da "L’Acquacheta: breve storia di un territorio ai margini dell’urbanesimo" di Alessandro Mengozzi, SCIENZE DEL TERRITORIO 1/2013 pag. 417 (pdf)]
"Da Piazza Navona agli Appennini, dagli Appennini a Piazza Navona”- cronaca, storia, documentazione, testimonianza, immagino della dantesca valle dell’Acquacheta a cura del collettivo “Zappatori senza padroni G. Winstanley” della cui lettura devo ringraziare Marcello Baraghini, mitico editore di Stampa Alternativa.
1977, Aprile. Arrivano Rino e Gianbardo a visitare Pian Baruzzoli. Le case sono circondate sino alle soglie da sterpi, ortiche e rovi. All’interno, al primo piano, qualcuno si è portato via un intero camino. I tetti sono disastrati, le tracce di umido denotano infiltrazioni di acqua. Una delle poche stanze abitabili è completamente nera di fumo; è stata usata per far seccare le castagne. La sorgente ed il relativo serbatoio (il “pozzo”) è otturato ed all’interno si trova una pecora morta (…)
Maggio. Arrivano Jerri, Vitalino e Massimo reduci dall’ennesimo tentativo di comune agricola vicino a Modigliana. Ci si da fare per allargare lo spazio abitabile, si raccoglie legna secca, si inizia a costruire uno steccato intorno ai due orti in quanto Jerri porta con se la capra “Cipollina”, che sin da piccola lo segue come un cagnolino. Si accelerano i tempi e pur in ritardo si semina tutto il possibile. Il lavoro è duro, la terra è bassa; e si deve anche fare dell’artigianato per rimediare i soldi necessari per l’alimentazione e le zappe. Si progetta di costruire letti di legno e nel frattempo si portano sù per l’Arrabbiata alcuni materassi. L’entusiasmo è grande, come quando ci si mette a dissodare terre vergini(…)
Giugno-Luglio. Arrivano Ulisse, Adria no, Maurizio e Franchino da una comune vicino Vercelli (…)
Nel 1985, nella piana dei Romiti, viene organizzato un Rainbow gathering internazionale, una festa-raduno en plein air di diversi giorni; in quelle occasioni ci sono varie attività, alcune anche di confronto creativo; alcuni abitanti ne escono con l’intento di costituire l’associazione “Arcobaleno per l’Acquacheta” che, dal 1986, si propone il ripopolamento della valle secondo i principi della tutela della natura, la divulgazione di pratiche e tecniche ecologiche e l’educazione ambientale. Vogliono promuovere intese con gli enti locali per iniziative culturali ed eco-turistiche. [da "L’Acquacheta ..." cit.]
Due Decreti del 23 dicembre 2004 cancellano dal registro delle imprese quindici società cooperative della provincia di Forli-Cesena ... fra queste la “Cooperativa zappatori senza padroni G. Winstanley – Società cooperativa a r.l.” di Portico e San Benedetto" [da Rassegna di provvedimenti di interesse agricolo-ambientale-previdenziale-fiscale pubblicati sulla Gazzetta ufficiale n 4 del 7 gennaio 2005 - qui]
linkografia utile:
Gli Zappatori dell’Acquacheta
I semi dell’Acquacheta
I semi dell’Acquacheta, parte II
I semi dell’Acquacheta parte III
I semi dell’Acquacheta, parte IV
I semi dell’Acquacheta, parte V
Alla ricerca del “popolo degli elfi”
Trent’anni dopo all’Acquacheta
Elfi si diventa, Elfi si rimane
Biscotti detto Gianni
Coi teepee in piazza
Cosa sono i Rainbow Gatherings?
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